giovedì 13 aprile 2017

Di rabbia latente, stanchezza, e festività

Il mio ultimo post è nato a seguito dell'incontro con il commercialista. Questo, nasce alle porte di Pasqua, e a seguito di un'analisi personale maturata ingurgitando cioccolata fondente (extra).

Ho capito una cosa di me... che sono uguale a quando avevo 7 anni. E no, non è assolutamente una consolazione.

Uguale alla ragazzina brutta che ogni volta che nevicava aveva il febbrone e gli toccava ammirare la neve dalla finestra della camera. Ho sempre la scucchia, il nasone e gli occhi da pesce fracico. (Insomma brutta è un eufemismo). In fin dei conti me lo diceva pure Chiara..."tendi costantemente a svilirti". Ma è la verità comunque.

Mia sorella mi ha portato giù dalla casa della montagna una bicicletta per bambini, lasciata lì dal vecchio proprietario, un po' arrugginita ma giusta per Damiano. Mancano le rotelle e ha i gommini del manubrio rovinati.

La bambina settenne ha pensato che fosse una "genialata" rimetterla a nuovo e darla al pargolo felice. Così armata di buona volontà questa mattina mi sono recata dal "biciclettaro" del quartiere il quale mi ha praticamente insultato dicendo che quella "non è una bicicletta ma un giocattolo da supermercato, io NON riparo queste cose", il sorriso festoso del mio viso si è tramutata presto in fessura rigida.

"Non la devo riparare, cerco rotelle e ricambi per il manubrio, li ha?"
"Sì"
"Ecco, vede, allora sono nel posto giusto"
L'energumeno mi rompe i gommini e inizia a cercarne di nuovi... e no, non ne ha.

Inizia a fare un'altra cosa, a parlare con altri, dicendo che forse non ha neanche le rotelle che ci vuole tempo e che non vale la pena. M'incazzo nel giro di mezzo secondo. Gli faccio notare che non solo ha offeso me e quello scassone della bicicletta, ma che è una persona arrogante e mi ha pure rotto i gommini. Lui ribadisce dicendo di aver detto la verità, io gli rammento quanto ignorante sia lui e il suo modo di fare e gentilmente lo invito a continuare a fare le sue cose, che "vado da un altro".

Assiste alla scena un povero cristo con la faccia da tonno, che resta impassibile e mi guarda mentre vado via con lo scassone tra le braccia.

Trovo un altro biciclettaro... gentile (ero piuttosto nervosa e credo che abbia capito bene che non ero lì per sentirmi dire che la bicicletta fosse una merda visto che lo vedevo da sola). Domani mattina la andrò a riprendere (10 euro di spesa) un po' di vernice e Damy avrà uno scossone con rotelle con cui iniziare a pedalare.

Il bambino festoso è già felice per lo scassone trovato, già ci vuole andare così com'è, non ha importanza nemmeno la ruggine o i gommini spaccati, per lui era, ed è, bella così. Questi sono gli occhi dei bambini.

Il mio intento è quello di "migliorarla" di fare qualcosa di  mio per Damy. Nel mio cuore infantile è un gesto carino...un gesto davvero d'amore. La quasi quarantenne annienta la mia gioia infantile con imprecazioni solite da scaricatore augurando un virus intestinale al vecchiaccio buzzurro.
EVABHE.

Come a sette anni oggi mi sarei messa a piangere davanti al vecchio stringendo quel ferraccio della bici. Come a sette anni ho invidiato le persone che avevano la bici nuova e pur sapendo che posso comprarla senza problemi ho pensato alla bici che mio padre aveva rimesso a "nuovo" personalizzandola con faro e cassetta porta oggetti. A me sembrava la bicicletta più bella del mondo.

Vaglielo a dire alla gente di come sei capace di vedere le cose ancora con gli occhi da bambina. Speriamo che li abbia anche Damy nei prossimi giorni di fronte al nuovo scassone fatto con amore.



Dovrei liberarmi un po' di questi ricordi. Ma ci sto così bene dentro.

Quelle come me regalano sogni,
anche a costo di rimanerne prive…
Quelle come me donano l’Anima,
perché un’anima da sola è come
una goccia d’acqua nel deserto…
Quelle come me tendono la mano
... ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio
di cadere a loro volta…
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro…
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,
quando lo trovano, tentano d’insegnarlo
a chi sta solo sopravvivendo…
Quelle come me quando amano, amano per sempre…
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono
inermi nelle mani della vita…
Quelle come me inseguono un sogno…
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero…
Quelle come me girano il mondo
alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima…
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo…
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime…
Quelle come me sono quelle cui tu riesci
sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare,
senza chiederti nulla…
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che,
in cambio, non riceveranno altro che briciole…
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza…
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero…
Quelle come me sono quelle che,
nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…



A. Merini






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