sabato 8 marzo 2014

Rinascere

Rinascere, tornare alla vita.

Sono rinata il 27 febbraio, alle 18:12. Quando ho visto il viso urlante di Damiano, il fratellino di Alby. La prima cosa che ho detto piangendo, è stato "è vivo".

Sono rinata in silenzio, in questi mesi. Ho scoperto di essere incinta al ritorno dal mare, a luglio, oggi, 8 marzo, a distanza di due anni esatti dalla scoperta della gravidanza di Alby, faccio outing e metto nero su bianco quanto vissuto.

Rinascere non è semplice. Ho vissuto mesi in apnea, nel terrore che qualcosa andasse storto, che la scena si ripetesse, nella paura che altro dolore si sommasse a quello che indossavo. Perché quando sei costretta a soffrire tanto non ti sembra nemmeno possibile pensare di tornare ad essere felice. È una condizione che non ti appartiene più e che credi non possa tornare. Questa gravidanza è stata un dono di mio padre visto che la data presunta di nascita era il 19 marzo, festa del papà.

Così ho vissuto nell'angoscia di perderlo i primi 3 mesi, e poi che avesse dei problemi e poi.. e poi... dovevo arrivare alla 37 + 3 e superarla per sentirmi "sicura", ma ci si può sentire sicuri dopo aver perso un figlio a termine? No. Ma non ci sono arrivata a 37 e 3, Damy è nato a 37 + 1, con un parto cesareo perché stavo per entrare in travaglio e quello che volevo evitare era di rivivere il parto di Alby, così si è scelto per un cesareo. Era stato programmato per il 28 e invece è nato prima perché le contrazioni sono iniziate e poi perché Damy aveva il battito accelerato. Sono stata riportata nella stanza dei "9 pannelli", ma ho chiesto di essere messa su un letto diverso, così come i monitoraggi, li ho fatti su una poltrona diversa... perché poi si diventa scaramantici.

Con Andrea la mattina del 27 ci siamo guardati e la paura di rivivere tutto ci ha assaliti.

Rinascere non è semplice per nulla. È forse il momento più difficile di tutto il cammino, perché non vivi di speranza o di ricordi, ma di presente e il presente unito al futuro fa paura. 
In più la mancanza di mio padre è stata, ed è tutt'ora, molto forte per cui ho vissuto una gravidanza nell'angoscia e nell'elaborazione di un lutto ancora difficile da accettare. Il povero Damy si è sorbito pianti a go-go.

Ed ora siamo qui. Siamo in tre. Anzi in 5, con i gatti. E tutto si è fermato. L'agitazione, il dolore, il buio. Tutto svanito. Ora è oasi di pace e di incredulità. Ora è realtà. Diversa da quella che volevo, priva di tante persone importanti, priva di immagini che avevo fantasticato, ma c'è.

Accettare di aver attraversato l'inferno, di essere ancora in piedi e di tornare a sorridere negli occhi di un bimbo che ti osserva.

Rinascere è cosa ardua.    Improvvisamente sento di aver fatto cadere l'armatura che indossavo, sento di essere leggera e dolorante, sento la responsabilità di una vita da crescere, e la vita che avanza senza sosta, consapevole di quello che il futuro porterà con sé.

Non so che fine farà questo blog, il vecchio l'ho chiuso quando il ricordo di Alby si è fatto dolore sordo, perché restasse mio e protetto. Questo non so. Ho cominciato a scrivere per non morire, ora devo vivere e forse devo farlo lontano da qui, nella vita vera. O forse no. Non lo so.


So che rinascere è stato difficile, sono morta e risorta nello spirito. Sono una persona nuova, non sono più ciò che ero, sono altro.

La vita è capace di toglierci e di darci allo stesso tempo, bisogna valutare i segni che arrivano, afferrare il bello di ciò che abbiamo pur restando consapevoli che nulla è dovuto, ma che tutto è dono.

Il mio dono ha con sé i geni della mia famiglia e di quella di Andrea, ha tratti somatici che ricordano Alby, papà, Andrea e me. È uno specchio in cui osservarsi e in cui vedere il futuro.  Sono occhi sorridenti e manine piccole pronte ad afferrare il mondo. Il mio dono è l'amore che l'ha portato a noi.

La mia vita è riflessa in quella di Damiano che affronterà il mondo. Rinascere è difficile, ma respirare aria  fresca, aria di vita, ti ripaga di tutte le cadute rovinose che hai fatto.

Sono rinata. Sono viva.